ODISSEE | VI stagione
rassegna di teatro contemporaneo
SABATO 14 DICEMBRE ORE 21.15 Collettivo Arteda e Compagnia Teatrale l’Attoscuro MALINCONIA CON STUPORE Liberamente tratto dall’omonimo libro di Karen Venturini edito da Raffaelli Di e con: Veronika Aguglia, Debora Branchi, Alexa Invrea, Caterina Morganti, con un ringraziamento a Barbara Martinini Musiche composte ed eseguite dal vivo da I SaVaNa: Sandro Grassia, Andrea Lombardini, Valerio Vasi Elaborazioni sonore: M° Massimiliano Messieri Abito/scultura: Sonia Fabbrocino e i ragazzi del Laboratorio di Arteterapia di Luce sul Mare Disegno luci: Massimo Fabbri Il ritrovamento delle schede mediche delle donne internate nel manicomio di Imola fra il 1870 e il 1890 diventa il pretesto per un racconto che si dispiega sulla scena attraverso diversi linguaggi. Tra parola, danza, performing e live sound, si da' corpo alla storia. Non uno spettacolo sulla follia, piuttosto sulla condizione di costrizione e condizionamento sociale subita, più di frequente, dalle donne. |
SABATO 21 DICEMBRE ORE 21.15
Celesterosa FILÒ, VIAGGIO DI UNO ZANNI ALL'INFERNO ideazione e interpretazione Silvio Castiglioni alla fisarmonica Beppe Chirico ai fornelli Paolo e Paola Castiglioni alle luci Michela Rinaldi ispirato al poema di Andrea Zanzotto Nel Veneto il filò era la veglia dei contadini nelle stalle durante l’inverno. Fatti e sogni, nascite e morti diventavano rapidamente sostanza di racconto nel filò. Il vino, i giochi e le burle non mancavano mai, e la vigilia delle feste prima di andare a dormire compariva qualcosa da mangiare. Orfano del mondo contadino il nostro filò ruota intorno alla figura di un inquieto cantastorie, ossessionato dai ricordi e piegato dalle circostanze a indossare i panni di un indomito Arlecchino e di altre maschere della Commedia dell’Arte. Una narrazione sincopata e trascinante che abbraccia gli ultimi trent’anni del secolo passato collegando una molteplicità di eventi e di luoghi nella fiduciosa ricerca di un disegno. La narrazione è addolcita da motivi musicali della tradizione popolare, e scandita dalla forza tellurica dell’omonimo poema in lingua veneta di Andrea Zanzotto. Filò dura il tempo di preparazione del risotto col tastasàl, la carne di maiale profumata con aglio, vino bianco, pepe, sale e rosmarino. Al punto giusto, a cottura ultimata, finisce il filò degli attori e inizia il filò degli spettatori. A seguire, dopo il risotto, brindisi e panettone offerti dall'associazione Mulino di Amleto Teatro per augurare a tutti Buone Feste!
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sabato 18 gennaio ore 21.15 Il Tempo Favorevole / Mulino di Amleto Teatro SALUTI DALLA SICILIA di e con Barbara Martinini, Veronika Aguglia, Marinella Freschi Saluti dalla Sicilia è un progetto di teatrodanza per tre danzatrici. Si tratta di tre assoli della durata di 20 minuti ciascuno, che sviluppano differenti visioni coreografiche, raccontando il territorio isolano attraverso tematiche quali tradizione e mito, natura e femminile, antichi e recenti sbarchi. |
SANTA MARINA DI SALINA | di e con Barbara Martinini
Omaggio al calore mediterraneo, al sole e all’acqua che si fa terra, sudore e sangue. Qui la Sicilia è vista da una ‘straniera’ attraverso il personaggio della santa, una donna molto determinata che venne sacrificata dal marito. Madre, acqua, terra, ragazza, sposa e santa: la donna mediterranea nei ruoli a lei da sempre assegnati.
ACQUA | di e con Marinella Freschi. Testo tratto da: “Le Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone
Acqua, prende spunto dalla leggenda della fonte Aretusa, che sgorga ad Ortigia, e dal breve racconto della ninfa. Il linguaggio contemporaneo ricolloca il mito nell’attualità: il tema è l’imprevisto, la persecuzione che la costringe a fuggire. E’ proprio questa fuga
fatta di paura, fatica, difficoltà che apre un altro livello di lettura e una riflessione più generale su cosa accade nel momento cruciale, quando si pensa di non avere scampo.
MOTI A LUOGO | di e con Veronika Aguglia
con testi di Tomasi da Lampedusa, Davide Enia, Blessing Okoedion
Nell’analisi logica il moto a luogo è il complemento che indica il luogo o la persona verso cui qualcuno o qualcosa è diretto. L’isola come spazio chiuso in sé ma pieno di approdi, partenze, conservazioni e fughe. L’assolo, tra danza e parola è racconto di storie di chi si sposta, ieri come oggi. Tra poemi cavallereschi e la crudele attualità dei recenti sbarchi, il femminile si declina tra l’evocazione onirica di un ricordo e la visione di un mare non sempre limpido carico di presagi, desideri e drammi.
Omaggio al calore mediterraneo, al sole e all’acqua che si fa terra, sudore e sangue. Qui la Sicilia è vista da una ‘straniera’ attraverso il personaggio della santa, una donna molto determinata che venne sacrificata dal marito. Madre, acqua, terra, ragazza, sposa e santa: la donna mediterranea nei ruoli a lei da sempre assegnati.
ACQUA | di e con Marinella Freschi. Testo tratto da: “Le Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone
Acqua, prende spunto dalla leggenda della fonte Aretusa, che sgorga ad Ortigia, e dal breve racconto della ninfa. Il linguaggio contemporaneo ricolloca il mito nell’attualità: il tema è l’imprevisto, la persecuzione che la costringe a fuggire. E’ proprio questa fuga
fatta di paura, fatica, difficoltà che apre un altro livello di lettura e una riflessione più generale su cosa accade nel momento cruciale, quando si pensa di non avere scampo.
MOTI A LUOGO | di e con Veronika Aguglia
con testi di Tomasi da Lampedusa, Davide Enia, Blessing Okoedion
Nell’analisi logica il moto a luogo è il complemento che indica il luogo o la persona verso cui qualcuno o qualcosa è diretto. L’isola come spazio chiuso in sé ma pieno di approdi, partenze, conservazioni e fughe. L’assolo, tra danza e parola è racconto di storie di chi si sposta, ieri come oggi. Tra poemi cavallereschi e la crudele attualità dei recenti sbarchi, il femminile si declina tra l’evocazione onirica di un ricordo e la visione di un mare non sempre limpido carico di presagi, desideri e drammi.
Absurderie è una raccolta di microatti teatrali ispirati alla drammaturgia di Eugene Ionesco e a tutti quegli autori che vengono impropriamente racchiusi dentro la scatola del “Teatro dell’assurdo”.
Ciò che negli anni ‘50 sembrava “assurdo”, in realtà, era uno specchio molto più reale della realtà e ancora oggi, se non di più, si verificano, atti, eventi e storie che sembrano fondarsi sull’inverosimile eppure sono fatti di cronaca, di una cronaca fin troppo quotidiana. Il progetto Absurderie – L’altra faccia della normalità, parte con la pubblicazione del libro omonimo (Edito da Amazon nel gennaio 2018) ed è proprio da questo libro che lo spettacolo è tratto. In scena avremo due personaggi tanto sorridenti, quanto decadenti. Una coppia, di quelle coppie che hanno attraversato tutte le fasi di un rapporto e non sanno più il perché stanno insieme. Essa ha invitato nella sua sontuosa e ammuffita villa, molti ospiti (pubblico) e cerca di ritrovare stimoli e divertimento per la sua vita vuota, mettendo in scena uno spettacolo, che fra letture ed interpretazioni, mostra uno spaccato delle vite di tutti noi. Il susseguirsi delle piccole storie non sarà altro che lo scorrere delle vicende che la coppia ha vissuto e lo svolgersi dello spettacolo dei due disillusi scandirà, fra testo e improvvisazione, il tempo del loro destino: seguire ciò che i loro occhi hanno ormai visto o spegnere ogni illuminazione e reiterare il ricordo di un tempo che non c’è più? Due leggii in scena, due sedie, qualche oggetto ed ecco che il folle spettacolo prende forma. Un’introduzione a due voci proietta lo spettatore nel clima Absurdo, con uno stile fra il circense e il grottesco; dal nonsense al nonsense.
Ciò che negli anni ‘50 sembrava “assurdo”, in realtà, era uno specchio molto più reale della realtà e ancora oggi, se non di più, si verificano, atti, eventi e storie che sembrano fondarsi sull’inverosimile eppure sono fatti di cronaca, di una cronaca fin troppo quotidiana. Il progetto Absurderie – L’altra faccia della normalità, parte con la pubblicazione del libro omonimo (Edito da Amazon nel gennaio 2018) ed è proprio da questo libro che lo spettacolo è tratto. In scena avremo due personaggi tanto sorridenti, quanto decadenti. Una coppia, di quelle coppie che hanno attraversato tutte le fasi di un rapporto e non sanno più il perché stanno insieme. Essa ha invitato nella sua sontuosa e ammuffita villa, molti ospiti (pubblico) e cerca di ritrovare stimoli e divertimento per la sua vita vuota, mettendo in scena uno spettacolo, che fra letture ed interpretazioni, mostra uno spaccato delle vite di tutti noi. Il susseguirsi delle piccole storie non sarà altro che lo scorrere delle vicende che la coppia ha vissuto e lo svolgersi dello spettacolo dei due disillusi scandirà, fra testo e improvvisazione, il tempo del loro destino: seguire ciò che i loro occhi hanno ormai visto o spegnere ogni illuminazione e reiterare il ricordo di un tempo che non c’è più? Due leggii in scena, due sedie, qualche oggetto ed ecco che il folle spettacolo prende forma. Un’introduzione a due voci proietta lo spettatore nel clima Absurdo, con uno stile fra il circense e il grottesco; dal nonsense al nonsense.
In che modo si può essere cattivi? Una domanda questa che può presentare una vasta quantità di risposte. Si è cattivi per natura, educazione, per noia, o per svago, o perché si è sicuri di poterlo essere con chi è più debole. Ma la cattiveria porta a inevitabili conseguenze. E allora ecco un cane trascurato che, incattivito, disturba la quiete notturna dei suoi padroni e del vicinato. Ma un cane cattivo deriva spesso da padroni ben più cattivi di lui, i quali per sbarazzarsene potrebbero ricorrere a metodi poco “ortodossi”. Oppure in che modo una moglie annoiata e anch’essa trascurata potrebbe accogliere il marito in carriera di ritorno da un lungo e produttivo viaggio di lavoro? La poveretta potrebbe prendersi gioco di lui inventandosi malevole bugie che porterebbero l’altrettanto sventurato uomo a conclusioni estreme che per nulla cambierebbero il modo di fare della moglie. “La cattiveria” (oltre ad essere il sentimento che più di tutti muove il mondo odierno) è uno spettacolo teatrale inedito che vede all’opera quattro giovani attori professionisti di Bologna.
Effetti indesiderati anche gravi è una commedia fantascientifica ambientata nel 2218. In quest'epoca popolata da individui efficienti che stringono rapporti soltanto con le intelligenze artificiali, i vaccini obbligatori hanno debellato tutte le malattie più pericolose, compreso l'Amore. Solo L918 sembra essere sfuggita al rigido controllo del servizio sanitario. Forse contagiata dal nuovo vicino di casa, manifesta i sintomi di quel Morbus Amandi della cui memoria, ormai, si è persa ogni traccia. Sarà una scatola piena di informazioni clandestine sul morbo d'amore a suggerirle una cura e a farle scoprire le più famose e sfortunate storie d'amore della storia. Tra distopia e parodia, un esilarante viaggio attraverso le relazioni amorose di ogni tempo e i loro effetti indesiderati anche gravi.
sabato 14 marzo ore 21.15 La Corte Ospitale / Armunia - Festival Inequilibrio STASERA SONO IN VENA di e con Oscar De Summa Finalista Premio UBU 2015 come miglior novità italiana Finalista Rete Critica 2015 come migliore spettacolo Testo vincitore del Premio Cassino Off Spettacolo inserito nel cartellone "Tracce D Contemporaneo" del Comune di Rimini |
Io sono qui! Sono vivo!
Dopo aver passato una stagione all'inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore. Il dolore che si nasconde in ogni piega del corpo, il dolore che detta le azioni da compiere proprio per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto, un dolore che conforta e ci distrae da un dolore ancora più grande, quello della nostra anima, quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società. Quello del nostro sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo. Ed é qui che prima di tutto fa breccia l'idea di una "Panacea per tutti i mali", una medicina che ci tolga dall'imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato "la droga". Chiaro, ognuno poi ha la sua preferita, la sua prediletta... Ma tutte un unico comun denominatore: toglierci a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci.Stasera sono in vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte della mia adolescenza in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato. Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall'inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.
Dopo aver passato una stagione all'inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore. Il dolore che si nasconde in ogni piega del corpo, il dolore che detta le azioni da compiere proprio per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto, un dolore che conforta e ci distrae da un dolore ancora più grande, quello della nostra anima, quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società. Quello del nostro sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo. Ed é qui che prima di tutto fa breccia l'idea di una "Panacea per tutti i mali", una medicina che ci tolga dall'imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato "la droga". Chiaro, ognuno poi ha la sua preferita, la sua prediletta... Ma tutte un unico comun denominatore: toglierci a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci.Stasera sono in vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte della mia adolescenza in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato. Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall'inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.
VENERDI 27 MARZO ORE 21.15 LETTO di e con Marco Mussoni e Fabio Magnani Due attori professionisti e improvvisatori teatrali, riminesi di nascita. Da oltre dieci anni condividono la follia e la poesia della scena e spesso, come in questo caso, saranno accompagnati dalle musiche del Maestro Giuseppe Fabbri. Un letto di libri dai quali ruberanno parole, frasi, dialoghi per trarne spunti per le storie. Storie nuove, originali, totalmente improvvisate, storie che quei libri ancora non hanno potuto raccontare. Perché di questi libri, oltre le parole stampate, si cercheranno le pieghe e le pagine stropicciate di chi li ha tenuti in uno zaino, le dediche di chi li ha donati e le emozioni fra le dita di chi li ha stretti e sfogliati. Storie divertenti o drammatiche uscite da un letto di sogni; il tutto grazie a libri piccoli e grandi, amati o disprezzati da un pubblico audace che vorrà prestarli per un breve tempo o vorrà disfarsene per sempre... magari scambiandoli con altri a fine serata. Chi porterà un libro avrà diritto ad una riduzione sul biglietto d'ingresso.
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BIGLIETTI E PRENOTAZIONI
Ingresso intero € 12 | Ridotto [ under 29 | over 65 | tesserati Mulino | abbonati Teatro Galli ] € 10
Ingresso spettacolo Filò, comprensivo di risotto finale, biglietto unico € 15
Prenotazione consigliata allo 0541/752056 oppure via mail a info@mulinodiamletoteatro.com
I biglietti si ritirano la sera stessa dello spettacolo entro le ore 21.
Dopo tale orario la prenotazione non sarà più valida e i biglietti verranno rimessi a disposizione del pubblico presente.
Ingresso intero € 12 | Ridotto [ under 29 | over 65 | tesserati Mulino | abbonati Teatro Galli ] € 10
Ingresso spettacolo Filò, comprensivo di risotto finale, biglietto unico € 15
Prenotazione consigliata allo 0541/752056 oppure via mail a info@mulinodiamletoteatro.com
I biglietti si ritirano la sera stessa dello spettacolo entro le ore 21.
Dopo tale orario la prenotazione non sarà più valida e i biglietti verranno rimessi a disposizione del pubblico presente.