SABATO 13 DICEMBRE ORE 21.15
InDolore
testo e regia César Brie
in scena Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra
musiche Pietro Traldi
scene e costumi Paola Tintinelli
disegno luci César Brie
produzione Teatro Presente / Campo Teatrale
Uno spettacolo diTeatro Presente
Si ringraziano gli attori del Teatro de los Andes con i quali questa ricerca ebbe inizio.
Due sposi entrano in casa dopo le nozze come nelle fiabe. La sposa attraversa la porta tra le braccia del marito. Tutti gli oggetti sono incartati.
Scartano tutto, chiedendosi come sarà la loro vita insieme. La casa che costruiscono è un ring di pugilato.
Uno spazio chiuso in cui si alternano combattimenti e tregue di un amore che il tempo, l'abitudine, le frustrazioni e l'incapacità di comunicare trasformano in un luogo di violenza. La violenza domestica attraversa tutte le classi sociali, è un fenomeno così diffuso quanto poco denunciato e per il quale le vittime soffrono di uno stato di impotenza estrema. Non c'è una ragione che spieghi la violenza domestica. Forse l'intimità sessuale fa attraversare una soglia. Al di là di quella soglia il partner è vissuto come proprietà, come oggetto su cui scaricare le proprie frustrazioni.
Spesso dietro la violenza si cela un amore malato, frustrato, talvolta un'oscena richiesta di aiuto.
La donna e i figli sono vittime dell'uomo che a sua volta è vittima di se stesso.
Non esiste difesa possibile.
I regolamenti del pugilato dicono che non è lecito colpirsi se il peso di uno supera di sei chili il peso dell'altro; il ring, il quadrilatero é la metafora di una casa di famiglia che diventa un luogo chiuso dal quale non si esce se non sconfitti, feriti, o morti.
Nello spettacolo la violenza non è mai esplicita. Si tratta di un poema amaro su quanto accade troppo spesso tra le mura domestiche, un tentativo di evocare nel pubblico quel lato oscuro in cui tutti possono trovare qualcosa di sè.
César Brie
RECENSIONI
“Una danza macabra sul ciglio di un abisso dove la prevaricazione ha tante facce”
Sara Chiappori – Repubblica
“Cèsar Brie è un artista scomodo e coraggioso, umile e lungimirante, un uomo che ha sofferto e che continua a soffrire per tutti noi. Allora seguiamolo nel suo cammino di ricerca della verità. Non ce ne pentiremo sicuramente..” corrieredellospettacolo.com
“... le partiture di movimento e le acrobazie sceniche, faticose, sono sviluppate dai due interpreti, Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra, commoventi e sfaccettati, con estrema facilità e leggerezza..” Antonella Vercesi – sipario.it
“... lo spettacolo ci fa sentire vicini al carnefice: alle sue piccolezze, ai suoi disagi e all'incapacità di fermarsi e alla di lui vittima. Che non denuncia, che non scappa, che non trova il coraggio di abbandonare, ma si illude e ogni volta ricomincia” donnamoderna.com
InDolore
testo e regia César Brie
in scena Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra
musiche Pietro Traldi
scene e costumi Paola Tintinelli
disegno luci César Brie
produzione Teatro Presente / Campo Teatrale
Uno spettacolo diTeatro Presente
Si ringraziano gli attori del Teatro de los Andes con i quali questa ricerca ebbe inizio.
Due sposi entrano in casa dopo le nozze come nelle fiabe. La sposa attraversa la porta tra le braccia del marito. Tutti gli oggetti sono incartati.
Scartano tutto, chiedendosi come sarà la loro vita insieme. La casa che costruiscono è un ring di pugilato.
Uno spazio chiuso in cui si alternano combattimenti e tregue di un amore che il tempo, l'abitudine, le frustrazioni e l'incapacità di comunicare trasformano in un luogo di violenza. La violenza domestica attraversa tutte le classi sociali, è un fenomeno così diffuso quanto poco denunciato e per il quale le vittime soffrono di uno stato di impotenza estrema. Non c'è una ragione che spieghi la violenza domestica. Forse l'intimità sessuale fa attraversare una soglia. Al di là di quella soglia il partner è vissuto come proprietà, come oggetto su cui scaricare le proprie frustrazioni.
Spesso dietro la violenza si cela un amore malato, frustrato, talvolta un'oscena richiesta di aiuto.
La donna e i figli sono vittime dell'uomo che a sua volta è vittima di se stesso.
Non esiste difesa possibile.
I regolamenti del pugilato dicono che non è lecito colpirsi se il peso di uno supera di sei chili il peso dell'altro; il ring, il quadrilatero é la metafora di una casa di famiglia che diventa un luogo chiuso dal quale non si esce se non sconfitti, feriti, o morti.
Nello spettacolo la violenza non è mai esplicita. Si tratta di un poema amaro su quanto accade troppo spesso tra le mura domestiche, un tentativo di evocare nel pubblico quel lato oscuro in cui tutti possono trovare qualcosa di sè.
César Brie
RECENSIONI
“Una danza macabra sul ciglio di un abisso dove la prevaricazione ha tante facce”
Sara Chiappori – Repubblica
“Cèsar Brie è un artista scomodo e coraggioso, umile e lungimirante, un uomo che ha sofferto e che continua a soffrire per tutti noi. Allora seguiamolo nel suo cammino di ricerca della verità. Non ce ne pentiremo sicuramente..” corrieredellospettacolo.com
“... le partiture di movimento e le acrobazie sceniche, faticose, sono sviluppate dai due interpreti, Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra, commoventi e sfaccettati, con estrema facilità e leggerezza..” Antonella Vercesi – sipario.it
“... lo spettacolo ci fa sentire vicini al carnefice: alle sue piccolezze, ai suoi disagi e all'incapacità di fermarsi e alla di lui vittima. Che non denuncia, che non scappa, che non trova il coraggio di abbandonare, ma si illude e ogni volta ricomincia” donnamoderna.com