SABATO 10 GENNAIO ORE 21.15
Serra Teatro
LA FONDAZIONE
di Raffaello Baldini
con Pier Paolo Paolizzi
produzione Serra Teatro
Quando nell’aprile 2004 al Teatro del Mare di Riccione, Raffaello a sorpresa lesse “La Fondazione”, appena finita di scrivere, l’emozione fu quella di essere davanti a un dipinto, ad una specie di polittico che riassumeva tutta la sua esperienza poetica. Il quadro che si aveva davanti agli occhi richiamava gli incontri, le letture, gli sguardi di tanti anni; ritrovarseli tutti insieme donava loro una nuova profondità fatta di sfumature emerse in modo ancora più forte nella relazione interna. Una “pitéura” insomma, fatta di ironia, dolcezza, malinconia, arguzia, tenerezza, drammaticità, secchezza, qualità capaci di rendere i suoi testi così universali.
In un momento del racconto, il protagonista parla dei suoi quadri: qui la nostra immaginazione diventa vivida, scopriamo improvvisamente di essere dentro una specie di “atelier” in cui ci perdiamo fra cavalli, fiumi, figure, vecchi casolari con tre o quattro pioppi, ma soprattutto numerosi cespugli, perché “ecco, a me mi piacciono molto i cespugli…”
Eccoci dunque immersi nei colori, nella “pitéura”: le immagini dei quadri echeggiano le infinite tensioni emotive delle parole del poeta.
Un po’ storditi, intraprendiamo questo viaggio, protesi a percepire tutte le sfumature dei colori di Raffaello, poeta e pittore.
Serra Teatro
LA FONDAZIONE
di Raffaello Baldini
con Pier Paolo Paolizzi
produzione Serra Teatro
Quando nell’aprile 2004 al Teatro del Mare di Riccione, Raffaello a sorpresa lesse “La Fondazione”, appena finita di scrivere, l’emozione fu quella di essere davanti a un dipinto, ad una specie di polittico che riassumeva tutta la sua esperienza poetica. Il quadro che si aveva davanti agli occhi richiamava gli incontri, le letture, gli sguardi di tanti anni; ritrovarseli tutti insieme donava loro una nuova profondità fatta di sfumature emerse in modo ancora più forte nella relazione interna. Una “pitéura” insomma, fatta di ironia, dolcezza, malinconia, arguzia, tenerezza, drammaticità, secchezza, qualità capaci di rendere i suoi testi così universali.
In un momento del racconto, il protagonista parla dei suoi quadri: qui la nostra immaginazione diventa vivida, scopriamo improvvisamente di essere dentro una specie di “atelier” in cui ci perdiamo fra cavalli, fiumi, figure, vecchi casolari con tre o quattro pioppi, ma soprattutto numerosi cespugli, perché “ecco, a me mi piacciono molto i cespugli…”
Eccoci dunque immersi nei colori, nella “pitéura”: le immagini dei quadri echeggiano le infinite tensioni emotive delle parole del poeta.
Un po’ storditi, intraprendiamo questo viaggio, protesi a percepire tutte le sfumature dei colori di Raffaello, poeta e pittore.