ODISSEE - III edizione
rassegna teatrale
Si può rimanere bambini per sempre? Quanto può essere forte l’amore fra un fratello e una sorella? Si può vivere e crescere in un mondo illusorio retto da regole che capovolgono la realtà?
In una condizione di vita falsata, chiusa e soffocante, vivono Lorenzo e Giovanna, fratello e sorella, tagliati fuori dal mondo esterno del quale temono ogni incursione. Si sono creati un nido protetto fatto di amore morboso, di relazioni costruite attraverso un miscuglio di giochi infantili. Di questo rapporto malato e incestuoso, delle loro toccanti e disarmanti relazioni, delle continue interazioni con altri due personaggi immaginari frutto della loro fantasia e specchio di se stessi, racconta Genitori Perfetti. Un racconto ironico, tagliente e crudo come solo l'amore più estremo può essere. Quando la realtà si introdurrà in questo delicato equilibrio, in questa tela di illusioni precarie , quando Giovanna, incinta, cercherà di anteporre le esigenze del nascituro al loro rapporto, il loro mondo entrerà in crisi, conducendoli fino alle estreme conseguenze.
Genitori perfetti narra con ironia e tagliente crudezza “le Fatali Conseguenze di genitori tutt’altro che perfetti” attraverso l’ultima ora di vita di Giovanna e Lorenzo.
In una condizione di vita falsata, chiusa e soffocante, vivono Lorenzo e Giovanna, fratello e sorella, tagliati fuori dal mondo esterno del quale temono ogni incursione. Si sono creati un nido protetto fatto di amore morboso, di relazioni costruite attraverso un miscuglio di giochi infantili. Di questo rapporto malato e incestuoso, delle loro toccanti e disarmanti relazioni, delle continue interazioni con altri due personaggi immaginari frutto della loro fantasia e specchio di se stessi, racconta Genitori Perfetti. Un racconto ironico, tagliente e crudo come solo l'amore più estremo può essere. Quando la realtà si introdurrà in questo delicato equilibrio, in questa tela di illusioni precarie , quando Giovanna, incinta, cercherà di anteporre le esigenze del nascituro al loro rapporto, il loro mondo entrerà in crisi, conducendoli fino alle estreme conseguenze.
Genitori perfetti narra con ironia e tagliente crudezza “le Fatali Conseguenze di genitori tutt’altro che perfetti” attraverso l’ultima ora di vita di Giovanna e Lorenzo.
sabato 28 gennaio ore 21.15 IO MUOIO E TU MANGI 2° capitolo di “Tutto è bene quel che finisce” di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni produzione quotidiana.com in co-produzione con Armunia con il sostegno di Regione Emilia Romagna in collaborazione con Comune di Rimini – settore cultura | SPAM! Rete per le arti contemporanee |
“Io muoio e tu mangi!” è il rimprovero rivolto al figlio dal padre morente. Una riflessione affilata e malinconica sulla necessità di sollecitare una pietas collettiva che rinunci alla ferita dell’agonia, assecondando la richiesta di una dolce morte. Ma è anche un’improbabile viaggio dall’Empireo alla Diaccia, attraverso le gerarchie che posizionano prediletti e reietti, nonostante si predichi che il perdono è assicurato per tutti.
Le quotidiane visite di una figlia al padre morente. Al ritorno lei trova ad attenderla il compagno che cattura con la videocamera il resoconto di un’altra giornata in geriatria.
Le infermiere, le caposala, i pazienti assumono volti e modi grotteschi; il delirio di quelle stanze ha contagiato il personale o è forse accaduto il contrario?
Se la fine non è degna di essere raccontata allora anche la vita perde di senso.
Le quotidiane visite di una figlia al padre morente. Al ritorno lei trova ad attenderla il compagno che cattura con la videocamera il resoconto di un’altra giornata in geriatria.
Le infermiere, le caposala, i pazienti assumono volti e modi grotteschi; il delirio di quelle stanze ha contagiato il personale o è forse accaduto il contrario?
Se la fine non è degna di essere raccontata allora anche la vita perde di senso.
Ciccio Méndez vuole entrare ad una festa per vedere la sua innamorata (che non sa di esserlo). Decide così di fingersi contrabbassista del gruppo jazz che allieterà la serata.
Méndez non sa suonare il contrabbasso, ma con la sua voce da uomo delle caverne imita alla perfezione il suono delle corde.
Dovrà riuscire a sostituire il vero contrabbassista del gruppo e a nascondere a tutti la propria incapacità di suonare lo strumento.
Dietro questo racconto si celano tre amori. L’amore non corrisposto per una donna per la quale si finirebbe all'inferno; l’amore per il jazz, che aiuta Ciccio Méndez a sopportare la sua immensa solitudine, e l’amore per il cibo, nel quale Ciccio trova brevi e appaganti rifugi e consolazioni. Ciccio Méndez non è mai esistito.
Nasce dalla cattiva abitudine di due amici robusti che ho perso di vista i quali, seduti ai miei fianchi in una classe del Colegio Nacional Sarmiento a Buenos Aires, mi facevano fare la parte del prosciutto nel panino, schiacciandomi in mezzo a loro.
Méndez non sa suonare il contrabbasso, ma con la sua voce da uomo delle caverne imita alla perfezione il suono delle corde.
Dovrà riuscire a sostituire il vero contrabbassista del gruppo e a nascondere a tutti la propria incapacità di suonare lo strumento.
Dietro questo racconto si celano tre amori. L’amore non corrisposto per una donna per la quale si finirebbe all'inferno; l’amore per il jazz, che aiuta Ciccio Méndez a sopportare la sua immensa solitudine, e l’amore per il cibo, nel quale Ciccio trova brevi e appaganti rifugi e consolazioni. Ciccio Méndez non è mai esistito.
Nasce dalla cattiva abitudine di due amici robusti che ho perso di vista i quali, seduti ai miei fianchi in una classe del Colegio Nacional Sarmiento a Buenos Aires, mi facevano fare la parte del prosciutto nel panino, schiacciandomi in mezzo a loro.
Monologo senza personaggi, senza maschere, senza tormentoni, incidentalmente comico, abbondantemente fisico. Lo spettacolo è dedicato alla fatica di tenere insieme gli aspetti di noi in conflitto palese o sotterraneo: maschile e femminile, pacifista e guarrafondaio, carnivoro e vegano, etero e omo. In ognuno di noi convivono almeno quattro o cinque identità, e talvolta pensiamo a come sarebbe stato dare più corpo all'una anziché all'altra. Allora ci aggrappiamo alle memorie d'infanzia, alle passioni giovanili e alle ossessioni quotidiane, ma tra heavy metal e bossanova, rose e stati di ebrezza, tennis, zuppe di orzo e tentativi di tango, l'interezza è lontana.
“Us ciameva Urion”. Urion è il nome del toro, meraviglioso e intrattabile, protagonista di uno dei cinque racconti tratti da “È viaz”, raccolta di narrazioni in dialetto romagnolo, pubblicata nel 1974 a cura di Gianni Quondamatteo. Racconti dalle tinte forti, che dicono di una Romagna povera e potente, dove la miseria non fa velo alle passioni. Una Romagna di donne e di uomini che vivono la loro quotidianità nella fatica e nell’amore, nella dedizione e nell’insofferenza verso i potenti di turno. Una Romagna in cui un toro maledice chi lo conduce al macello e un padre maledice chi gli ha fatto attraversare un altro macello, sui confini, nelle trincee. I colori e il ritmo dei racconti hanno in sé il sapore della musica, di una musica vibrante, con gli stessi colori, energica e struggente. Ed è questa musica che viaggia accanto al racconto: due viandanti su sentieri di emozione.
sabato 11 marzo ore 21.15 TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L’OSSITOCINA di e con Giulia Pont regia di Francesca Lo Bue Ti lascio perché tu meriti di più. Ti lascio perché ti amo troppo. Ti lascio perché ho bisogno di stare da solo. Ti lascio perché non voglio farti soffrire. Ti lascio perché ho altre priorità. Ti lascio perché voglio imparare a suonare l’ukulele... |
La fine di una storia d’amore è uno degli eventi più comuni e traumatici della vita di ognuno. Un dramma che spesso si riempie di risvolti comici, talvolta assurdi. Giulia tenterà di guarire il suo mal d’amore sperimentando in maniera folle il potere terapeutico del teatro: il pubblico diventerà il suo terapeuta. Una chiacchierata spassosa e coinvolgente dove pensieri, emozioni, disastrose manovre di riavvicinamento e improbabili consigli di parenti e amici s’intrecciano. Un gioco divertente, commovente e catartico.
BIGLIETTI
Intero € 12 | Ridotto, dai 12 ai 18 anni e studenti € 8
INFO E PRENOTAZIONI
- via mail a info@mulinodiamletoteatro.com
- telefonicamente allo 0541/752056
La prenotazione è consigliata. Posti limitati a 100.
Intero € 12 | Ridotto, dai 12 ai 18 anni e studenti € 8
INFO E PRENOTAZIONI
- via mail a info@mulinodiamletoteatro.com
- telefonicamente allo 0541/752056
La prenotazione è consigliata. Posti limitati a 100.